Augusto Alessandri

15 SETTEMBRE 1988
IL LIRISMO PITTORICO DI ALBERTO FIORENZATO ABANO T.

Ripercorrere l’iter artistico di Alberto Fiorenzato significa rifare la storia ed esplorare le vicende, spesso cosi’ complesse e straordinarie, dell’arte pittorica contemporanea, tesa alla conquista di nuovi traguardi, che superano i limiti dell’io e si dilatano verso l’infinito dello spirito.
Fiorenzato ha intrapreso il suo cammino attraverso il mondo delle analogie ed associando ed ordinando i materiali offertigli dalla natura e’ pervenuto ad una pittura attenta all’assoluto delle forme, ma sempre tesa anche all’assoluto dell’amore, visto come dramma cosmico che " avviene nelle abissali tenebre, tutte protese verso un’abbagliante confusione" (secondo l’espressione di Paul Eluard), e di cui non si puo’ che sentire la presenza senza potervi penetrare con le formule della normale psicologia.
Lo studio rigoroso delle discipline architettoniche, la conoscenza profonda dell’arte fauvista, del surrealismo, di Cezanne, di Picasso e di Braque, hanno condotto Fiorenzato ad una pittura che e’ ordinata e paziente, ma anche colma di interiore travaglio e ricca di lirismo, dove il messaggio umano dell’artista s’apparenta con la piu’ sfrenata fantasia.
I suoi paesaggi, attraverso un colore vitalissimo, carico di sfumature, esprimono, in forma non concettuale, una visione della realta’ e della vita che sfugge ai tentativi della ragione di definirla e vengono calati in immagini allusive e problematiche che rivelano una presenza misteriosa nelle cose. Al di la’ dei simboli, le vaste composizioni di Fiorenzato, sembrano esprimere, con improvvise illuminazioni, il puro affiorare delle immagini dai gorghi profondi dell’io, senza ordinarle in successione evidente ed in un preciso significato.
E’ implicito in questo quasi mistico abbandono alla intima illuminazione della psiche il senso dell’indagine pittorica come forma primordiale dell’esistenza, vivente in noi quasi mito.
I suoi paesaggi cosmici, vasti ed indefiniti, sono riempiti, tuttavia, da una tenera nostalgia di ricordi primordiali per cui risulta difficile assegnare alle immagini un preciso significato formale: esse contano soprattutto per il loro valore evocativo.
In queste tavole piú che il paesaggio in se stesso vale la pura gestione ed il suo tramutarsi in immagine di sogno e di memoria.
I dati reali tendono a trasfigurarsi in colore ed a riflettersi in sinfonia musicale, svanendo in un palpito di nubi che appaiono alte sull’orizzonte, lontane e trascendenti. Le visioni paesaggistiche di Alberto Fiorenzato, avvolte in un alone spesso fiabesco, sembrano scaturire, infatti, da una natura primigenia ed innocente, in una dimensione irreale, quasi al di fuori delle stesse categorie di tempo e di spazio.